Perchè è complicato controllare il colore?

07/02/2017

Perchè è complicato controllare il colore?

I sei fattori chiave per un corretto processo produttivo

 

Una delle problematiche più diffuse legate alla produzionedel colore concerne proprio il suo controllo. Infatti senza adottare i giusti accorgimenti, misurare il colore correttamente - minimizzando così gli errori colorimetrici - può rivelarsi un’operazione difficile.  Ma perché è così complicato controllare il colore? 
Ecco i sei fattori chiave per un corretto processo di produzione e alcuni consigli utili, frutto dell'esperienza e competenza di EuroColori.


1. Il colore può e deve essere quantificato

Misurare il colore non è un atto di interpretazione soggettiva. Non solo, ma l’uso di una terminologia specifica e condivisa permette di tradurre in maniera efficace le richieste dei clienti: ecco perchè senza un’adeguata formazione il rischio è quello di incorrere in errori legati ad un’imprecisa comunicazione. Se ci impegniamo ad utilizzare i corretti termini tecnici con il nostro cliente, richieste quali “vorrei un colore leggermente rossastro” o “preferirei qualcosa un po’ più chiaro” saranno sostituite da un dialogo in termini di DL*, Da*, e Db* oppure DL*, DC* e DH* raggiungendo così un risultato senz’altro più accurato e in definitiva più soddisfacente.


2. Lo spettrofotometro non è un sistema colore completo

La calibrazione di uno spettrofotometro è un’operazione fondamentale per la quantificazione del colore, tuttavia è solamente il primo passo per identificare un processo ottimale di controllo qualità del colore. È indispensabile disporre inoltre di un software di color management in grado di analizzare, tracciare e comunicare il colore, nonché di una cabina luce. Quando questi tre sistemi (spettrofotometro, software di color management e cabina luce) vengono utilizzati insieme, si vengono a creare le condizioni ottimali per gestire correttamente il colore. Ogni sistema tintometrico è composto inoltre di parti che hanno bisogno di essere integrate le une con le altre e, soprattutto, di essere messe in comunicazione con l’utente. Proprio con l’obiettivo di rispondere agli input e alle richieste dei clienti con flessibilità e precisione, nonché di garantire piena attinenza alle reali esigenze di chi fa ed utilizza colore, pitture e vernici, è nato EuroFormulations4, il software di color management messo a punto da EuroColori grazie ad un team composto da professionisti che quotidianamente sviluppano colore e soluzioni colorimetriche per l'architettura.


3. Analizzare il colore usando una cabina luce

Per ottenere dei clienti soddisfatti e minimizzare eventuali contestazioni, suggeriamo di inserire la valutazione visiva dei colori all’interno del sistema di controllo qualità, utilizzando le note cabine luce.


4. Ci sono tre modelli ellittici di tolleranza DE

Molte aziende sono abituate ad utilizzare il modello di tolleranze colore sferico basato sul DE*, un sistema di tolleranza statico che a volte però risulta non adeguato per alcune aree dello spazio colore. Negli ultimi cinquant'anni sono stati fatti molti progressi in termini di misurazione del colore e di sviluppo di modelli di tolleranza più performanti, portando all'elaborazione di modelli ellittici quali DEcmc, DE94 e DE2000. Ricordiamo a tal proposito come il DEcmc sia uno standard internazionale ISO 105-J03.


5. Designers e scienziati parlano lingue diverse

Problemi di comunicazione possono nascere anche interfacciandosi con grafici e designers. Questi ultimi infatti spesso utilizzano il linguaggio L*C*h*, mentre i tecnici quello della scienza, L*a*b*. Il linguaggio L*C*h* prevede termini quali "luminosità", "saturazione", "tonalità", un lessico a volte sconosciuto a chi sviluppa sistemi tintometrici dove si ragiona in termini di "rosso", "verde" o "blu". Fortunatamente esistono software in grado di tradurre le comunicazioni tra designer (L*C*h*) e scienziati (L*a*b*) così da poter condividere le informazioni colorimetriche.


6. Tutti i dati devono essere misurati nelle stesse condizioni

Una volta scelto il software di color management, lo spettrofotometro e la cabina luce, è importante misurare e visualizzare il colore sempre nelle stesse condizioni. Se ad esempio misuriamo il colore in L*a*b* e il nostro cliente in L*C*h*, oppure il nostro software legge i dati usando l’illuminante D65, ma osserviamo lo stesso colore in cabina luce con l’illuminante A, non possiamo prendere decisioni sulla natura del colore. È fondamentale quindi che tutti i dati siano misurati nelle stesse condizioni operative, condividendo tali informazioni con i nostri clienti.

La newsletter di Eurocolori

Autorizzo il trattamento dei dati personali ai sensi del regolamento (UE) 2016/679 - privacy policy *
(*) campi obbligatori